Adagiato sulle amene colline della pedemontana vicentina, il Comune di Fara Vicentino risulta solcato dai torrenti Astico, il maggiore e più importante per la storia e conformazione del paese, il Chiavone Bianco ed il Chiavone Nero. Scendendo dalle colline, il torrente Chiavone passa per i territori pedemontani e si dirige verso la pianura, incontrando nel suo percorso l’antico ponte romanico di Isidoro, composto da un’antica struttura in pietra e mattoni e indicante il confine tra Fara Vicentino e Salcedo.
Con due nuclei abitati, Fara propriamente detto e San Giorgio di Perlena entrambi di origine longobarda, in epoca tardo medievale Fara si unisce al limitrofo Comune di Breganze per raggiungere l’autonomia sotto il dominio della Serenissima e inglobare al suo interno l’attuale frazione di San Giorgio di Perlena.
Territorio di antica origine, fino alla metà del 1900 l’agricoltura costituiva l’attività prevalente per l’intera area collinare vicentina, la quale è negli ultimi tempi tornata a rivivere rivolgendosi soprattutto alla valorizzaione delle proprie produzioni tipiche.
Risalgono al Trecento le testimonianze di pregiate coltivazioni di viti presenti in questa fascia collinare, i cui particolari terreni vulcanici, morenici e tufici ne determinano la qualità, garantendo il mantenimento della preziosa denominazione di origine controllata. L’economia di Fara Vicentino risulta quindi indiscutibilmente legata, come lo stesso stemma comunale ricorda, alla coltivazione della vite. Attraversa anche il Comune di Fara Vicentino, infatti, la Strada del Torcolato e dei Vini D.O.C. Breganze che inerpicandosi tra le valli dell’Astico e del Chiavone offre un irresistibile invito alla degustazione di Vespaiolo, Cabernet, Pinot e, soprattutto, Torcolato, vino passito conosciuto da secoli e considerato vero nettare degli dei. Ma l’intera area della pedemontana vicentina è ricchissima di tradizioni culinarie che rendono il Comune di Fara Vicentino luogo ideale da cui partire per intraprendere golosi itinerari enogastronomici e piacevoli passeggiate immersi nella tranquillià della natura pedemontana.
Annoverata tra i luoghi di fede della pedemontana vicentina, la Chiesa dei Santi Felice e Fortunato a Fara Vicentino presenta un’antichissima origine. Dedicata inizialmente ai Santi Ermacora e Fortunato, in seguito all’influenza longobarda il primo intestatario fu sostituito da San Felice. Prima Chiesa parrocchiale del territorio, fino all’ XII secolo restò il principale punto di riferimento per gli abitanti del Comune i quali, dopo un periodo di abbandono, decisero di ricostruire la Chiesa andata in rovina. Nel 1494 venne così consacrato il nuovo edificio di cui restano oggi il campanile e l’abside. A testimoniare la devozione reliogiosa locale vi sono anche alcuni affreschi oggi visibili e risalenti al 1490 – 1494: una Madonna in trono con Bambino e, ai lati, raffigurazioni dei Santi Felice e Fortunato. Lavori di ristrutturazione della Chiesa si ebbero poi nel XIX secolo con un’importante ricostruzione ex novo dell’antico sito, affiancato da un oratorio di forma poligonale. Quella dei Santi Felice e Fortunato è solo un esempio delle numerosissime chiesette disseminate in tutta la fascia pedemontana vicentina, a testimoniare il forte legame tra fede religiosa e territorio.
A San Giorgio di Perlena si trova infatti la Chiesa dedicata al Santo Martire di Cappadocia, dichiarata parrocchiale nel 1419 e seguita da periodi di decadenza. Al 1770 risale invece la costruzione del nuovo edificio con lavori che si protrassero fino alla fine del 1800. Altro caratteristico luogo di devozione è rappresentato dalla Chiesetta di Sant’Antonio, situata in località Torricelle ed edificata su iniziativa degli abitanti di alcune contrade di Fara Vicentino e del confinante Comune di Breganze negli anni a cavallo della Grande Guerra, come richiesta di protezione al venerato Santo. Tra 1915 e 1918 gli eventi bellici ne bloccarono la costruzione che risulta terminata negli anni del dopoguerra.
Luogo testimone della fede religiosa locale è inoltre costituito dalla Chiesa parrocchiale intitolata a San Bartolomeo. Affiancata nel 1180 da un ospizio per l’assistenza ed il ricovero di viaggiatori e pellegrini e gestito dall’annesso monastero di monaci agostiniani, attorno al 1450 diverse vicende condussero alla scomparsa del monastero che abbandonato dai monaci cadde probabilmente in rovina. L’edificio attuale, infatti, è risultato di una ricostruzione operata tra il 1851 ed il 1859 e condotta in stile neoclassico, mentre risalgono alla prima metà del ‘900 le due navate laterali. Al suo interno è oggi custodita una pregevole pala, di scuola bassanese, raffigurante la Vergine tra Santa Lucia e Santa Maria Maddalena.
Le colline di Fara Vicentino rappresentano un felice connubio tra tradizioni e natura, dove è possibile trovare bellezze e tranquillità durante l’intero arco dell’anno. In primavera con i prati fioriti o in autunno con le foglie degli alberi che si tingono di infinte tonalità di colori; in estate con chiare vedute sulla vallata dell’Astico ed in inverno con suggestivi scorci offerti dalle alture collinari. Questa perla paesaggistica della pedemontana vicentina offre numerose proposte per chi ama il contatto con la natura.
Appuntamento annuale per scoprirne le bellezze è, ad inizio maggio, la tradizionale passeggiata “Sentieri e Valli di Fara” che permette di godere di scorci unici, capaci di sorprendere turisti e visitatori con inaspettati punti di vista.
Tra le svariate attività all’aria aperta che è possibile intraprendere sono numerosi coloro i quali scelgono le colline di Fara Vicentino per una passeggiata o una corsa tra soleggiati paesaggi o per godere del panorama in sella al proprio cavallo. Ideale anche per la pratica di nordic walking e per mountain bike, a Fara Vicentino è presente anche un’importante pista per motocross conosciuta a livello internazionale. Occasione per osservare nell’attraente atmosfera collinare le ville padronali e le caratteristiche colombare, visibili soprattutto lungo la valle del Chiavone Bianco, sulla cui sinistra si sviluppa l’interessante “Sentiero Natura di Valle Zaccona”. Un itinerario che tra verdi boschi dove sono numerosi i castagni, prati, terreni seminativi e aree ricoperte da vigneti, conduce attraverso storiche contrade locali e piacevoli sentieri, arrampicandosi sono in questo contesto la suggestiva Strada dei Maroni e la Strada del Torcolato e dei Vini D.O.C. Breganze, percorso enoturistico che conduce attraverso colline coronate da filari di viti e caratteristici agriturismi e ristoranti. Presenti a Fara Vicentino in numero elevato, accanto ad essi sono diverse le trattorie, osterie e pizzerie disseminate nel territorio, dove con sapienza e costanza viene portata avanti la tradizione enogastronomica locale. Con il passare degli anni diverse generazioni si sono succedute nella gestione di queste attività, fiore all’occhiello per il Comune intero e meta preferita dai turisti che, desiderosi di gustare piatti tipici della tradizione pedemontana vicentina, giungono tra queste colline trovando ospitalità, cortesia e sapori autentici. Tra i piatti tipici vi è sicuramente il “Pollo in tecia”, una pietanza dalla facile preparazione composta da pollo cotto in tegame e consumato con saporite patate che la rendono una vera bontà. Proposto in occasione della tradizionale sagra annuale dedicata a San Bortolo e che si svolge nel mese di agosto, le semplici materie prime, di facile reperibilità, hanno permesso che venisse tramandato fino ad oggi, riconoscendolo quale piatto fortemente radicato nella tradizione culinaria locale.