Il Comune di Isola Vicentina conta 10.017 abitanti e presenta all’interno del suo territorio comunale diverse attività di interesse turistico.
L’origine del comune è da mettersi in relazione alla fondazione della vicina Vicenza, abitata fin dall’epoca preistorica e ulteriormente frequentato a partire dall’età romana, perché percorso da due importanti vie di comunicazione che collegavano Vicenza a Schio.
La presenza umana ad Isola è attestata da numerosi reperti archeologici di notevole interesse rinvenuti nel territorio tra cui resti di ceramiche ed oggetti d’uso quotidiano riferibili all’età del Ferro; la lapide del Senatore e Tribuno Marco Salonio, addetto al censo durante l’impero di Claudio; le tombe longobarde scoperte a Dueville, che confermano la notizia della fondazione da parte del nobile longobardo Anselmo di due cappelle tra Motta e Castelnovo (dedicate rispettivamente a San Michele ed a San Giovanni Battista) e la famosa stele di Isola Vicentina. Stele conservata oggi presso il Museo Archeologico Naturalistico di Vicenza ma di cui è possibile ammirare una ricostruzione in una rotonda del paese, copia simbolica della famosa stele del IV secolo a.C. rinvenuta nel territorio comunale, riportante l’incisione in lingua venetica “venetkens”, attestante la presenza di popolazioni venetiche in quell’epoca.
l documenti medievali accennano a Isola come ad un possedimento vescovile, poi feudo di alcune nobili famiglie.
La presenza di resti di fortificazione ribadisce l’importanza strategica che ebbe l’intera zona per tutto il Medioevo: il destino di Isola venne modificato solo nel Quattrocento, quando l’entroterra veneto e l’intero vicentino entrarono a far parte del vastissimo dominio della Repubblica di Venezia.
l lunghi secoli di pace garantiti dalla Serenissima, interrotti praticamente solo dal drammatico episodio dell’invasione e del saccheggio del territorio da parte della soldataglia della Lega di Cambrai, ai primi del Cinquecento, si concludono drammatica mente alla fine del Settecento, con l’arrivo di Napoleone.
l francesi però non riescono a dar vita ad un governo stabile e duraturo e dopo alterne vicende vengono sostituiti dagli austriaci.
Ma ormai i tempi sono mutati e la popolazione in reclama un governo nazionale: questo voto trova infine compimento nel 1866, quando l’intero Veneto viene annesso al Regno d’Italia.
Testimonianze storiche del paese sono rintracciabili nella bella Villa Panizza-Croci, attuale sede municipale posta al centro dell’abitato e caratterizzata da un’articolata morfologia con un corpo centrale del XVII – XVIII secolo che prospetta sul fronte stradale, ed alcune adiacenze, stilisticamente differenti, sviluppate sul retro a formare una corte interna.
Villa Cerchiari, Gualdo, Branzo Loschi, Munari collocata presso il centro abitato di Isola Vicentina è sede, nel suo corpo padronale del XVIII secolo, della Biblioteca Comunale. L’edificio presenta i tipici modi del rococò vicentino ed offre a disposizione del pubblico i 3 piani originali del ‘700. Il grande salone centrale e le sale minori ai lati si arricchiscono di stucchi che ornano con fastosa cornice le quattro porte. All’interno di una delle sale laterali è murato un grazioso tempietto ad edicola, di gusto cinquecentesco, che molto probabilmente proveniva da altra costruzione precedente. Al XVI secolo risale invece l’annesso rustico sviluppato sul retro ed appartenente ad altra proprietà.
Testimonianze di devozione religiosa si trovano presso il Convento di Santa Maria Maggiore, posto sopra uno sperone roccioso sulla riva dell’Orolo, opposta alla pieve di San Pietro di antica origine. Il chiostro conserva un fregio originale quattrocentesco a motivi vegetali. All’interno affreschi importanti per la storia della pittura vicentina denunciano la diffusione di modelli giotteschi in queste zone. Il Convento o Santuario della Madonna del Cengio, documentato fin dal XII secolo e soggetto a successive ristrutturazioni, prima proprietà dei padri Birgittini e poi dei Canonici di san Salvatore di Venezia, è dal secolo scorso sede dei Servi di Maria che occupano la chiesetta e l’eremo attiguo. Sorge infatti poco lontano un piccolo eremo affiancato da un’antica torre costruita su un macigno roccioso detto la “Priara”.