Marano Vicentino è un centro abitato di origine antica che conobbe la colonizzazione romana e l’annessione alla Repubblica di Venezia prima, al regno austro-ungarico e infine al regno d’Italia.
Non si è trovata sinora nessuna traccia di vita preistorica nel territorio del paese di perchè la pianura con le sue paludi ed i suoi torrenti privi di argini non offriva luoghi adatti ad una sicura dimora.
Sono sicuri invece i segni della colonizzazione romana. A proposito di questi, è opportuno notare che probabilmente il nome stesso del paese testimonia la presenza dei Romani. Molti e discordanti sono i pareri sull’origine e sul significato del nome Marano: l’opinione più concordemente accettata è quella che lo fa derivare dal latino Marianus e quindi dal nome proprio Mario.
Lungo la linea ferroviaria furono scoperte tombe di cremati di epoca romana, coperte da tegole. A Molina di Malo, che fino a tempi non lontani appartenne a Marano, furono trovate tombe del I° e II° secolo d.C. Alcune delle varie ondate di Barbari che attraversarono, alla caduta dell’Impero Romano, la fertile pianura padana, investirono probabilmente anche il territorio del Comune di Marano Vicentino, senza però lasciarvi traccia. Si fermarono a lungo i Longobardi, il cui dominio in Italia si protrae dal 568 al 774. Ai Longobardi successero i Franchi e dopo la dominazione franca si ebbe nel periodo feudale l’affermarsi del dominio diretto dei conti, sia laici che ecclesiastici, che si fecero signori dei luoghi dei quali avevano prima ricevuta l’investitura. Nel 1284 sono signori di Marano i fratelli Ecelino, Bonagiunta, Benincasa ed Enrico detto Bruto, figli di Enrico Signoreto da Marano, i quali acquistarono dal conte Beroardo di Schio e da suo figlio Alberto, l’acqua della roggia al prezzo 500 libbre. Fu questo un avvenimento di grandissima importanza per la nostra terra.
Gli inizi della vita industriale di Schio sono legati a quest’acqua che è derivata dal Leogra. Anche a Marano l’acqua serve non solamente all’irrigazione dei campi, ma a muovere mulini e probabilmente magli per la lavorazione del ferro e folli per la pettinatura della lana. Il possesso e l’uso dell’acqua della roggia furono sovente, nei secoli, motivo di contrasto.
Si andavano frattanto formando nel territorio i Comuni, pur attraverso le successive dominazioni degli Scrovegni di Padova, degli Scaligeri di Verona e dei Visconti di Milano.
Nel 1404 Vicenza si è spontaneamente a Venezia e in breve anche tutto il territorio della provincia viene ad essere sottomesso alla Repubblica Veneta, sotto alla quale anche Marano resterà fino al 1797.Appartengono a questo periodo alcune costruzioni di pregevole fattura, tra le quali quella di Villa Ca’ Alta di cui restano alcuni particolari. E’ opportuno ricordare la nobile famiglia dei Da Marano, che dal nostro paese trae origine e del quale ebbe, in tempi remoti, probabilmente la signoria, anche se ben presto i Da Marano si trasferirono a Vicenza. Da questa famiglia uscirono molti uomini che si resero illustri per i loro meriti rendendo famoso il casato fra le famiglie di Vicenza.
Sono sicuri invece i segni della colonizzazione romana. A proposito di questi, è opportuno notare che probabilmente il nome stesso del paese testimonia la presenza dei Romani. Molti e discordanti sono i pareri sull’origine e sul significato del nome Marano: l’opinione più concordemente accettata è quella che lo fa derivare dal latino Marianus e quindi dal nome proprio Mario.
Lungo la linea ferroviaria furono scoperte tombe di cremati di epoca romana, coperte da tegole. A Molina di Malo, che fino a tempi non lontani appartenne a Marano, furono trovate tombe del I° e II° secolo d.C. Alcune delle varie ondate di Barbari che attraversarono, alla caduta dell’Impero Romano, la fertile pianura padana, investirono probabilmente anche il territorio del Comune di Marano Vicentino, senza però lasciarvi traccia. Si fermarono a lungo i Longobardi, il cui dominio in Italia si protrae dal 568 al 774. Ai Longobardi successero i Franchi e dopo la dominazione franca si ebbe nel periodo feudale l’affermarsi del dominio diretto dei conti, sia laici che ecclesiastici, che si fecero signori dei luoghi dei quali avevano prima ricevuta l’investitura. Nel 1284 sono signori di Marano i fratelli Ecelino, Bonagiunta, Benincasa ed Enrico detto Bruto, figli di Enrico Signoreto da Marano, i quali acquistarono dal conte Beroardo di Schio e da suo figlio Alberto, l’acqua della roggia al prezzo 500 libbre. Fu questo un avvenimento di grandissima importanza per la nostra terra.
Gli inizi della vita industriale di Schio sono legati a quest’acqua che è derivata dal Leogra. Anche a Marano l’acqua serve non solamente all’irrigazione dei campi, ma a muovere mulini e probabilmente magli per la lavorazione del ferro e folli per la pettinatura della lana. Il possesso e l’uso dell’acqua della roggia furono sovente, nei secoli, motivo di contrasto.
Si andavano frattanto formando nel territorio i Comuni, pur attraverso le successive dominazioni degli Scrovegni di Padova, degli Scaligeri di Verona e dei Visconti di Milano.
Nel 1404 Vicenza si è spontaneamente a Venezia e in breve anche tutto il territorio della provincia viene ad essere sottomesso alla Repubblica Veneta, sotto alla quale anche Marano resterà fino al 1797.Appartengono a questo periodo alcune costruzioni di pregevole fattura, tra le quali quella di Villa Ca’ Alta di cui restano alcuni particolari. E’ opportuno ricordare la nobile famiglia dei Da Marano, che dal nostro paese trae origine e del quale ebbe, in tempi remoti, probabilmente la signoria, anche se ben presto i Da Marano si trasferirono a Vicenza. Da questa famiglia uscirono molti uomini che si resero illustri per i loro meriti rendendo famoso il casato fra le famiglie di Vicenza.
Caduta la Repubblica di Venezia Marano divenne dominio francese e successivamente dominio austriaco. Con l’annessione al Regno d’Italia Marano inaugura un nuovo capitolo di storia per arrivare fino ai giorni nostri.
Tra le peculiarità del territorio di Marano Vicentino si segnala inannzitutto il già noto Mais Marano, detto anche Maranello. Una varietà del tutto locale le cui pannocchie sono di colore più scuro della media, tendente al rosso, e che viene prodotto nella valle del Leogra e nella fascia collinare della pedemontana vicentina. Ed è proprio nel Comune di Marano Vicentino che si respira ancora oggi l’antica tradizione sviluppata da aziende specializzate nella produzione di macchinari per “l’arte bianca” da cui si ottengono squisiti prodotti, in degustazione durante le manifestazioni cittadine.
Una lunga storia per il grazioso paese che, ancora oggi, presenta diversi siti di interesse turistico: primo fra tutti la maestosa Chiesa di Santa Maria Annunziata, parrocchia principale del paese con sede nella piazza centrale e da sempre punto di ritrovo; all’interno un pregevole quadro del Maganza.
Accanto alla parrocchiale si segnalano inoltre chiese minori, piccoli gioielli architettonici che impreziosiscono le caratteristiche contrade, fra corti e scorci campestri. Parliamo della peculiare chiesetta di San Pietro, risalente al 1200 e presumibilmente la prima chiesa parrocchiale, e di Santa Maria, piccolo oratorio del XVI secolo. Particolari anche la chiesetta di San Fermo, costruita nel 1702, e l’oratorio di Santa Lucia, eretto nel 1607 dai conti Capra, ridotta ad abitazione privata e successivamente riconsacrato negli anni ’80.
Nel territorio Comunale sono inoltre presenti diversi itinerari che permettono di praticare escursioni e passeggiate durante l’intero arco dell’anno, seguendo il ritmo della natura. Tra tutti ricordiamo “La via del pane“, un itinerario per conoscere il territorio di Marano Vicentino, seguendo quei corsi d’acqua (le rogge) lungo i quali sorsero le prime manifatture, magli per il ferro, mulini e folli per la lana